lunedì 13 dicembre 2010

la tua amata

a prima mattina fai lo squillo alla tua amata. cosa c'è?, ti chiede. niente, volevo sentire la tua voce.
a prima mattina il cane è sul divano, ti guarda perplesso; tu in mutande gli sorridi dallo stipite della porta, col cellulare in mano. l'amata è dall'altro lato del mare, aspetta.
a prima mattina il sole è già sveglio, tu stai sbadigliando. hai messo anche i calzini, ti sei lavato, hai fissato per un po' il pavimento, poi ti sei seduto a fare colazione. il latte tiepido, mamma, lasciami un po' di caffè, hai detto. il cellulare sul fazzoletto, spento.
a prima mattina, dopo una nottata, la tua bocca è impastata nel delirio del forse, la agiti e con gli occhi allo specchio non sai ancora risponderti. ti lavi la faccia, bevi; la porta del bagno è chiusa. ma'?, hai gridato. ma', c'è un cellulare che squilla... 
a prima mattina, sempre a prima mattina c'è un bambino sorride in una foto al muro. ha un cappellino rosso, i capelli lisci. sorride di gusto, gli occhi lunghi schiacciati dalla contentezza lasciano intravedere l'infinita gioia del suo cuore spensierato. stai dormendo sul cuscino sbagliato, non hai tolto le scarpe, il computer è ancora acceso.
a prima mattina, appena sveglio, lasci squillare il cellulare: è la tua amata. pronto?, hai detto. pronto?, ti ha chiesto lei, un po' spazientita ma contenta, il suo respiro lasciava trasparire il riso di sole. cosa c'è?, le hai chiesto indolenzito dal sonno. niente, volevo sentire la tua voce. ci vieni oggi a scuola?, ti ha chiesto. no, le hai risposto, vado via. vado via per sempre, avresti voluto aggiungere. ma non lo hai fatto, perchè in fondo sai che tornerai. tornerai dal cane sul divano, dal sole sveglio, da tua madre che ti lascia poche gocce di caffè prima di scappare, dal bambino che ride. e dagli squilli a prima mattina alla tua amata.

la tua amata.  

Nessun commento:

Posta un commento