domenica 13 febbraio 2011

mea

"(...) poi ne sono uscito perchè qualcuno mi voleva bene. Ho vissuto per anni praticamente per strada, dormendo spesso accovacciato sotto un portone. Quando faceva freddo o pioveva qualcuno mi apriva, mi ospitava in cantina o addirittura in cucina, ma ero ansioso, tremavo. Anzi, vibravo. Avevo lacrime per ogni parola che avevo dimenticato e per ogni goccia che m'ero buttato in corpo; mi facevo da Piazza Maggiore a del Gesù continuamente, con le scarpe rotte, i vestiti lerci. Ero un bambino pieno di paura ma pure pieno di Napoli (...)"

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