questo va a voi, che parlavate gratuitamente di Vittorio Arrigoni, che ignorate ciò che ha fatto e che continuerà a fare in un altro mondo, che ne parlate solo perchè è un eroe. voi comunisti precoci, dai lembi slabrati, i pantaloni bucati; a casa nastri e bon-bon. sono triste davanti a una vita di macchine. mi rendo conto che non c'è e non ci sarà mai altro. non so che dire. voi dei collettivi facili a numero chiuso, delle bombe web, dell'internet come cibo rosso: non ci si capisce più. voi che vincete senza gloria, abituati a mattine di sole e spiaggia, di isole arancioni e sandali di sabbia; non guadagnate che un fosso. e la reliquia di qualche osso.
mentre Lenin saluta da una bancarella di Piazza Bellini,
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