e nel qualunquismo dei tempi
ci fermiamo in una Piazza
una qualsiasi
per ricordare
una panchina scomoda,
un cane imbarazzato da un cane prepotente
la volgarità dell'eccezione
le tue ginocchia scarne
e i miei occhi sulla tua spalla, ancora
mi parli un po' nervoso
del mio continuo ridere
e mi racconti d'amori troppo grandi
di sogni intermittenti
e scarpe rosa, passati risonanti
e passi, streghe, giganti
ricordiamoci di questa panchina
e una volta che dovremo andare
non singhiozzare
continua a cantare
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